Benché la dispnea sibilante indotta da virus sia comune in età prescolare, non è ancora stata definita la modalità ottimale di gestione del problema.
Un gruppo di Ricercatori dell’University of Montreal, in Canada, ha valutato l’efficacia e la sicurezza di un trattamento preventivo con alte dosi di Fluticasone ( Flixotide ) nel ridurre la gravità della dispnea sibilante indotta da virus nei bambini.
I 129 bambini di età compresa tra 1 e 6 anni arruolati nello studio sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere un trattamento con 750 microgrammi di Fluticasone o placebo 2 volte al giorno, al momento dell’insorgenza di una infezione delle vie respiratorie superiori; il trattamento è stato continuato per un massimo di 10 giorni, durante un periodo da 6 a 12 mesi.
L’endpoint primario era rappresentato dall’uso di salvataggio dei corticosteroidi orali.
Gli endpoint secondari includevano uso di beta2-agonisti, visite per cure d’emergenza, ricovero in ospedale, interruzione del trattamento con Fluticasone, cambiamenti nella crescita e nella densità ossea e nei livelli basali di cortisolo, ed eventi avversi.
In un periodo mediano di 40 settimane, l’8% delle infezioni del tratto respiratorio superiore aveva portato a un trattamento sistemico con corticosteroidi, rispetto al 18% del gruppo placebo ( odds ratio: 0.49 ).
Rispetto ai bambini trattati con placebo, quelli trattati con Fluticasone hanno mostrato un minor aumento rispetto al basale di altezza ( 6.23 cm; valore non-aggiustato ) e di peso ( 1.53 kg; valore non-aggiustato ).
Non sono state osservate differenze significative tra i gruppi nei livelli basali di cortisolo, densità minerale ossea o eventi avversi.
In conclusione, nei bambini di età prescolare con dispnea sibilante da moderata a grave indotta da virus, il trattamento preventivo a base di Fluticasone rispetto al placebo riduce il ricorso alla terapia di salvataggio con corticosteroidi orali. Il trattamento con Fluticasone è risultato associato ad un minor aumento dell’altezza e del peso.
Dato il potenziale sovradosaggio, questo approccio preventivo non dovrebbe entrare nella pratica clinica finchè non saranno chiariti gli effetti avversi a lungo termine. ( Xagena2009 )
Ducharme FM et al, N Engl J Med 2009; 360: 339-353
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